Massa: straordinario intervento dell’equipe del dottor Murzi su una bambina di 3 anni. Prima dell’operazione, i medici hanno lavorato sul modello.
Hanno stampato il suo cuoricino in 3d: la stessa grandezza, la stessa forma, le stesse anomalie. Poi hanno simulato l’intervento. Hanno provato e riprovato, perché con un cuore così piccolo non si può sbagliare. E infine l’hanno operata, salvandole la vita. È una storia di eccellenza sanitaria, l’ennesima, che arriva dall’ospedale pediatrico apuano (l’Opa). Protagonista una bimba di tre anni della Versilia che venerdì 3 è stata operata da un’equipe medica guidata dal primario di cardiochirurgia pediatrica, Bruno Murzi.
Un’operazione complessa che la squadra è riuscita a realizzare alla perfezione solo grazie a una particolare tecnica di studio: la simulazione su un cuore 3d. Primo caso in Italia, frutto di un progetto multidisciplinare europeo che sta portando grandi risultati. Un’operazione simile era stata fatta precedentemente, infatti, su una trachea. Anche quella andata a buon fine. Ma quando si tocca il cuore si tocca la vita. A maggior ragione se è quello di una bimba di tre anni. La piccola è nata con una sindrome eterotassica, un posizionamento anormale delle varie parti del cuore. Le vene di un cuore “normale” infatti sono polarizzate, posizionate cioè, per tipologia, tutte da un lato: quelle sovraepatiche a destra, quelle polmonari a sinistra, le due vene cave a destra. Quelle della piccola invece erano “mescolate”.
Inoltre la bimba aveva un unico atrio, al posto di due. E il cuore era posizionato perfettamente al centro del torace, invece che a sinistra.
«Le era stata diagnosticata la cardiopatia prima della nascita – racconta il dottor Murzi – ma non l’abbiamo mai operata fino ad oggi anzitutto perché era troppo piccola, ma anche perché non sapevamo se saremmo riusciti a dividere l’atrio e come».
Avere il suo cuoricino in mano, poterlo toccare, studiare, capire dove e come intervenire senza paura di sbagliare: la stampa 3d ha permesso questo. Come è stato stampato il cuore? Da una risonanza magnetica è stata riprodotta l’immagine che è stata poi inviata al Cnr di Pisa, che l’ha stampata con una stampante 3d.
In poco tempo è stato riprodotto il cuoricino della piccola. «Sapevamo che dovevamo mettere un pezzo di tessuto dentro il cuore per dividere l’atrio– spiega Murzi – In questo modo abbiamo potuto capire dove inserirlo per far sì che l’intervento riuscisse. In altre parole operando il cuore artificiale abbiamo capito come operare il cuore vero».
Di Melania Carnevali
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